Confutazione delle eresie dei cessazionisti dei carismi
L'anti-pentecostalismo a confronto con la Parola di Dio
Apro questo forum per meditare alcuni brani del libro "Carismosofia" di Nicola Martella. Si tratta di un libro scritto con lo scopo di dimostrare che l'attuale movimento carismatico interdenominazionale, è in sostanza una seduzione satanica al 100%.
Il libro secondo alcuni darebbe spiegazioni esaurienti e biblicamente precise sui fenomeni carismatici, per altri sarebbe un accozzaglia di errori, faziosità e deformazioni.
Sarà il lettore leggendo alcune citazioni dell'opera confrontate con dei versetti scritturali a decidere per sè. Ricordiamo che la nostra autorità in fede e morale deve essere solo la Parola di Dio scritta.
Nulla di personale contro il Martella, che inoltre stimo come fratello in Cristo e che ho avuto modo di conoscere via web, ma mi è d'obbligo avvisarlo di alcune cose in cui a mio avviso non è in linea con la Parola del Signore.
Tutte le citazioni a seguire salvo diversa segnalazione, sono tratte dal libro
Carismosofia, Nicola Martella, edizioni Puntoacroce. Roma 1995.
Pag.183 Riguardo alla "prigione mentale" della glossolalia basta ricordare che Palo dice espressamente che tutti sono stati battezzati nello Spirito, ma che non tutti parlano in lingue; a ciò s'aggiunge che la glossolalia non edifica la chiesa (1Cor 14,19), rimanendo l'intelligenza di chi parla in lingue infruttuose (1Cor 14,16). E che dire del fatto che in tutte le religioni è praticata la glossolalia?
Analizziamo con serenità queste informazioni usando le Scritture però come punto di riferimento indiscutibile.
Pag.183 Riguardo alla "prigione mentale" della glossolalia
Troviamo profondamente irrispettoso in primo luogo dire che un dono di Dio è una “prigione mentale”. Ancora più discordante dal vero è il dire che Dio oggi non dia più il dono delle lingue, in quanto il Battesimo nello Spirito (che è un esperienza successiva alla Nuova Nascita) è per tutti i credenti da Pentecoste in poi, non solo quelli di alcune epoche!
At 2,38-39 Pietro a loro: Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà.
I Doni di Dio sono irrevocabili (cfr. Rom 11,29) ed il dono delle lingue è un dono dello Spirito Santo (cfr. 1Cor 12,10) pertanto questo dono è anch'esso irrevocabile e sarà presente sino alla venuta della perfezione (1Cor 13,8-10), ovvero alla manifestazione pubblica del Regno di Dio.
basta ricordare che Palo dice espressamente che tutti sono stati battezzati nello Spirito, ma che non tutti parlano in lingue;
Qui si fa una triste confusione tra il segno delle lingue che ricevono tutti i cristiani battezzati nello Spirito Santo (At 2,4; 10,44-46; 19,6-7; Mr 16,17) con l'esercizio pubblico delle lingue in chiesa, che consiste nel dono delle lingue o della diversità di lingue che hanno solo alcuni credenti e di cui Paolo parla in 1Cor 12,10.30 che consiste nell'uso di un singolo davanti a tutti i presenti nel locale di culto delle lingue e che deve essere applicato insieme al dono di interpretazione affinchè tutti i presenti ne ricevano edificazione.
Tutti i cristiani possono ricevere il "segno" delle lingue, dono che testimonia l'avvenuto Battesimo nello Spirito, nè l'evidenza sensibile, ma non a tutti i credenti dato il dono della diversità di lingue, che consiste nel pregare in lingue in pubblico, in collaborazione con chi ha il dono di interpretazione affinchè la chiesa sia edificata.
Seguendo la tesi “identificatoria” di queste due distinte realtà , brani come At 2,4; 10,44-46; 19,6-7; Mr 16,17 sarebbero in contraddizione con brani come 1Cor 12,10.30 ma questo è ovviamente impossibile, dato che la Bibbia non si contraddice mai.
a ciò s'aggiunge che la glossolalia non edifica la chiesa (1Cor 14,19),
Verifichiamo se è vero che 1Cor 14,19 dice che la glossolalia non edifica la chiesa:
1Cor 14,19 ma nella chiesa preferisco dire cinque parole intelligibili per istruire anche gli altri, che dirne diecimila in altra lingua.
Cosa c'entra questo brano? Non è affatto vero che dice che la glossolalia non edifica la chiesa.
Facciamo uno sforzo intuitivo, e per assonanza immaginiamo che Nicola volesse citare questo altro brano:
1Cor 14,4 "Chi parla in altra lingua edifica sé stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa".
E questo altro brano:
1Cor 14,5: "chi profetizza è superiore a chi parla in altre lingue, a meno che egli interpreti, perché la chiesa ne riceva edificazione".
Pertanto ciò che dice l'autore, oltre ad avere sbagliato a citare la Parola, è comunque impreciso, la glossolalia non edifica la chiesa solo se manca l'interpretazione di questa preghiera pubblica in lingue.
Altrimenti se il credente parla al Signore fra sè e sè sottovoce al posto non serve interpretazione:
1Cor 14,28: "Se non vi è chi interpreti, tacciano nell'assemblea e parlino a sè stessi e a Dio".
Questo porta edificazione al singolo:
1Cor 14,4: "Chi parla in altra lingua edifica sé stesso".
Si tratta di una cosa buona che Paolo faceva molto più dei corinzi:
1Cor 14,18: "Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi".
rimanendo l'intelligenza di chi parla in lingue infruttuose (1Cor 14,16).
Verifichiamo anche questa citazione:
1Cor 14,16: "Altrimenti, se tu benedici Dio soltanto con lo spirito, colui che occupa il posto come semplice uditore come potrà dire: «Amen!» alla tua preghiera di ringraziamento, visto che non sa quello che tu dici?"
Ecco un altro errore grave, qui non si sta parlando di intelligenza infruttuosa, ma del fatto che la chiesa senza interpretazione del dono delle lingue, non capisce cosa viene detto in lingue.
In realtà è un altro il brano che probabilmente l'autore intendeva:
1Cor 14,14 "poiché, se prego in altra lingua, prega lo spirito mio, ma la mia intelligenza rimane infruttuosa"
Infatti è vero che la glossolalia è qualcosa che nasce nel profondo del nostro spirito e che trascende i processi intellettivi.
1Cor 14,2 "chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno lo capisce, ma in spirito dice cose misteriose"
Questo edifica lo spirito di chi prega, ma non lo spirito di chi ascolta, a meno che non ci sia interpretazione.
E che dire del fatto che in tutte le religioni è praticata la glossolalia?
Prima di tutto è notoriamente falso che in tutte le religioni si pratica la glossolalia.
In Scientology non si pratica, nei testimoni di Geova neppure, non c'è nemmeno nel buddismo Nichiren che si pratica nella Soka Gakkai. Giusto per fare solo qualche esempio. Quindi ecco un altro errore grossolano dell'autore. Dovrebbe sapere che in alcune religioni si parla in lingue ed in altre questo non avviene. Questo "tutte" è impreciso e fuorviante.
Sappiamo bene che satana fa dei segni tra i pagani scimmiottando le cose di Dio, questo non significa che le cose divine che satana imita, essendo la scimmia di Dio, siano cattive. Ad esempio nessuno, nemmeno l'autore oserà dire che quanto avvenne a Pentecoste fu una manifestazione di satana. Se Dio fece questo allora, perchè non lo può fare oggi?
E' vero poi che ci sono anche i falsi doni delle lingue. Il nostro pastore ha liberato alcune persone da questi demoni di lingue. Tuttavia lui stesso prega in lingue, quelle vere di Dio. Molti pastori ormai sanno riconoscere subito i veri battesimi in Spirito, dalle scimmiottature dell'avversario. In genere quando qualcuno prega in lingue (quelle vere) coloro che hanno i falsi doni (diabolici) ne sono gravemente infastiditi.
Pertanto l'unico che può davvero capire se un dono delle lingue vero o falso, è una persona che ha il dono delle lingue vere, ed il dono del discernimento degli spiriti di cui Paolo parla in 1Cor 12,10. Solo il dono del discernimento può permettere a chiunque di discernere. Pertanto questo compito è esclusiva di chi è a sua volta battezzato nello Spirito Santo ed ha il dono delle lingue autentico.
Se la delicata questione della glossolalia e dei carismi viene affrontata da credenti sinceri e devoti, ma che non sono mai state battezzate nello Spirito Santo e non hanno mai pregato in lingue, evidente che faranno soltanto un erroraccio dopo l'altro e condanneranno il divino con il torbido.
Un pò come se una persona non sposata oppure divorziata volesse fare da consulente matrimoniale. Oppure come se chi non sa nuotare volesse tenere dei corsi di nuoto.
Nel libro di Martella, troviamo molti esempi di questo tipo.
pag.114 "Frère Roger" parla spesso - come fanno i carismatici - del "pregare nascosto di Cristo in noi" il parallelo con la voce interna del medianismo è palese.
I cristiani carismatici non intendono certo con questo l'essere inabitati da demoni, ma piuttosto quello che Paolo stesso dice qui:
Rom 8,26-27: lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perch챕 non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito (che rende vivo Cristo in noi) intercede (prega) egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perch챕 egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.
E' assai triste paragonare l'opera di intercessione dello Spirito Santo nel cuore di tutti i veri cristiani, di cui parla la Parola di Dio alle voci occulte che parlano ai medium.
Mr 16,15 E disse loro: "Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. 16 Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. 17 Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demòni; parleranno in lingue nuove; 18 prenderanno in mano dei serpenti; anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno쨩. 19 Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 E quelli se ne andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l'accompagnavano.
Vediamo ora cosa dice l'autore riguardo a questo brano assai noto:
pag.71 Questo è un testo molto citato negli ambienti carismatici. Facendo una ricerca testuale scopriamo però che i più antichi manoscritti non contengono i versi dal 9 al 20 e che altri li contengono solo come glossa , cioè al margine come una nota non contenuta direttamente nel testo. Questo vuol dire che qualche copista della chiesa antica , vedendo che il testo finiva in un modo brusco (vedi anche Atti) ha messo un post scriptum marginale per spiegare come siano andate le cose.
L'autore del brano è influenzato dalla teologia modernista, di cui uno dei più noti propugnatori è Bart D. Ehrman. Il fatto che alcuni manoscritti antichi non contengano questi brani è irrilevante. Bisogna considerare in primo luogo che alcuni manoscritti antichi li hanno, e che inoltre li hanno tutti i manoscritti più recenti. Bisogna anche considerare che i manoscritti antichi sono di area alessandrina dove pullulavano le eresie, mentre quelli più recenti sono di area bizantina dove era saldamente vissuta la fede ortodossa.
Qui ci si ricollega al problema di fondo che non è compreso dai modernisti che il testo greco Textus Receptus o il Testo Maggioritario sono molto più affidabili del testo Nestle-Aland le cui basi furono poste da Westcott e Hort che erano evoluzionisti, modernisti e spiritisti. Insomma due persone tutt'altro che qualificate per fare critica testuale della Parola del Signore. Nel testo greco Textus Receptus e Maggioritario questi brani sono considerati sicuri al 100% mentre nel testo greco Nestlè-Aland essi non sono considerati apocrifi, ma solo incerti.Abbiamo due testimonianze e mezzo contro mezza. Inoltre è impensabile che il Signore abbia permesso che questi brani fossero considerai Parola di Dio per secoli sino a che qualche critico modernista non ne abbia "scoperta" la apocrificità! Dio maledice duramente chi toglie dei brani dalla sua Parola, è molto rischioso permettersi di tagliare pezzi qua e là alla Bibbia! (Ap 22,18-19).
Tutto il capitolo 16 di Marco è Parola di Dio.
In seguito i copisti l’hanno collocata alla fine del testo , e in tal modo essa è giunta fino a noi . Questo discorso deve indurci come minimo a non usare questi versi per formulare dottrine. A ciò s’aggiunga anche il fatto che questi versi descrivono, in fondo, ciò che è poi avvenuto durante l’era apostolica:
⢠Cacciare demoni â Atti 5:16; 8:6 s
⢠Parlare lingue nuove - Atti 2.4 e ss; 10:46
⢠Invulnerabilità riguardo a serpenti e veleno (Atti 28:3-6; Luca 10:19)
⢠Imposizione delle mani ai deboli (Atti 5:15 s; Giacomo 5:14s)
Le ultime due citazioni che ho separato dal testo del brano per meglio evidenziarle sono ancora una volta, gravemente errate.
Paolo in At 28,3 non prende in mano un serpente per sfida o per autocelebrazione, ma per disgrazia viene morso da una vipera. Dio lo ha protetto dagli effetti del veleno, come leggiamo in At 28,6.
Paolo non ha bevuto il veleno come dice Mr 16,18 ma è stato morso da una vipera. Si tratta di fenomenologie diverse che non possono essere unite in una sola. Inoltre Lc 10,19 parla di serpenti in modo simbolico, non materiale; una lettura del testo chiarisce la cosa almeno a chi vuole che gli sia chiarita.
Lc 10,17 Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: "Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome쨩. 18 Ed egli disse loro: "Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopraserpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male.
Il termine serpenti va applicato in realtà ai demoni, non agli animal. Il veleno su cui i credenti hanno sempre potere è quello del peccato, non l'arsenico o il cianuro.
Talvolta Dio guarisce anche dall'avvelenamento, ma si tratta di casi eccezionali che testimoniano fisicamente questo potere che è spirituale. Del resto è la stesso cosa per la guarigione fisica che purtroppo non sempre accompagna quella spirituale, che invece è certa se ci convertiamo a Cristo.
Inoltre Mr 16,17 non comanda ai credenti di bere veleno, ma dice:
"anche se berranno qualche veleno, non ne avranno alcun male"
il che indica una situazione accidentale, non un pericolo cercato. Bere veleno o maneggiare serpenti, significa tentare Dio.
Nonostante questo vediamo che in alcune chiese americane traviate dove si pratica lo snake-handling ovvero il maneggiamento di serpenti, interpretando male questo brano, avvengono raramente morti. Con questo non voglio dire che bisogna maneggiare serpenti, sia chiaro!, ho già spiegato che questo è tentare Dio, ma che molti medici e studiosi faticano terribilmente a spiegare il basso numero di mortalità in coloro che praticano queste cose, che invece sarebbe molto più alto se fosse semplicemente maneggiare serpenti velenosi fatto da persone ordinarie. Non mi stupisce che Dio per amore protegga anche dei suoi figli che si espongono a dei rischi inutili.
Infine non si parla affatto nel brano di imposizione delle mani ai "deboli" ma cosa dice l'autore? La parola greca può anche avere quel senso, ma nel NT esso indica sempre malati. Il brano va pertanto reso come fanno tutti i traduttori:
"imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno"
Non si tratta di persone deboli, ma di persone malate. Dalla lettura critica di questo testo emergono continui "spropositi" che ci lasciano costernati.
[Modificato da Nayax79 30/11/2011 22:46]