Gli Ebrei sono fra i più generosi al mondo

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00lunedì 23 marzo 2009 10:50
In riparazione a certe gravissime calunnie fatte in un altro gruppo pubblico questo studio che avevo ricevuto da una sorella e che già avevo pubblicato nel vecchio gruppo.

In realtà gli ebrei/Israele sono fra i gruppi più generosi al mondo. E’ vero che si aiutano molto fra di loro: esistono moltissime organizzazioni, gruppi e movimenti nati allo scopo di aiutare e proteggere gli ebrei sparsi per il mondo.

Queste associazioni sono mosse prima di tutto dall’insegnamento del Vecchio Testamento, ripreso e interpretato dalla tradizione rabbinica: ad esempio, Rambam (Hil. Melachim, fine del capitolo 10) afferma che ad un ebreo Dio ORDINA di provvedere ai Gentili come agli ebrei, non soltanto per paura ma per scopi puramente umanitari. Da qui scaturisce il concetto ebraico di ‘Tikkun Olam’ (guarire il mondo). Questo insegnamento si rifà all’idea (poi ribadita da Gesù) che noi abbiamo l’obbligo divino di emulare Dio in tutte le Sue vie, compresa la compassione.

L’altro fattore che spinge alla creazione di questi gruppi è la condizione di generale persecuzione e discriminazione alle quali gli ebrei sono da sempre sottoposti. Puoi trovare esempi di questo tipo sulla JEWISH CHARITY GUIDE (la trovi anche su: www.jewishcharityguide.co.uk), che elenca oltre 350 associazioni benefiche e non a scopo di lucro nate per servire la comunità ebraica in Israele e nel mondo. Vedi anche hitechgiving.org.il/. Non si tratta affatto di ‘società segrete’, come qualcuno afferma. Se vogliamo, questo è già un passo avanti rispetto a molte altre nazioni, che non si preoccupano nemmeno di tutelare i propri concittadini all’estero, perseguitati e non.
La tua domanda però è sugli ebrei che aiutano non ebrei. Anche in questo campo devo spezzare una lancia in loro favore. Nonostante la propaganda in senso contrario, gli ebrei sono molto attivi in campo umanitario, molto più di altre nazioni più grandi e maggiormente prosperose. Cito solo alcuni esempi:

Già negli anni ’60, gli ebrei furono molto attivi nel promuovere i diritti civili degli Afro-americani. Dei 60 firmatari della chiamata alla National Action (Azione Nazionale), che portò poi alla fondazione della NAACP, quattro erano ebrei.

Israele è fra i primi paesi (sia come numero di interventi, che come quantità e qualità degli aiuti offerti) a mandare squadre di soccorso alle vittime dei disastri naturali. Spesso i beneficiari sono proprio i paesi islamici, come nel caso del terremoto in Turchia del 1999 e di quello in Pakistan del 2005.
Molti gruppi ebraici si stanno battendo oggi per far cessare il massacro del Darfur.

Una delle associazioni più attive in questo campo è la WORLD JEWISH AID (WORLD JEWISH RELIEF - www.worldjewishrelief.org.uk ) con base a Londra, che coordina molte società simili e attività umanitarie per non ebrei. La presentazione ufficiale del loro lavoro (vedi sito ufficiale) afferma: “Lavorando per alleviare la povertà, la sofferenza e gli svantaggi sociali in Africa, Asia, l’Europa Centrale e Orientale, il World Jewish Relief offre un aiuto adeguato e tempestivo a tutti quelli che sono nel bisogno, indipendentemente dalla razza, dalla religione o dalle origini etniche”.

Afferma inoltre che: “ispirato al concetto ebraico di “Tikkun Olam” – Guarigione del Mondo – (…) il bisogno di rispondere con compassione e generosità alle sofferenze degli altri è in forte accordo con l’esperienza ebraica”.

Le principali attività umanitarie del WJR al momento sono:
Cambogia: Istituzione di un’unità ortopedica e per traumi nell’ospedale di Kossamak
Chad: supporto a donne e giovani donne nei campi profughi
Nepal: scuola nel villaggio Chalish
Rwanda: Streets Ahead Childrens’ Centre (SACCA), centro di accoglienza per bambini di strada.
Pakistan Nord-orientale: ricostruzione di abitazioni distrutte dal terremoto. WJR ha stanziato £35.000, (circa 40.000 euro) per la costruzione di 75-80 case nel distretto di Bagh e nei i villaggi circostanti.

Il sito web del "Business for Social Responsibility" (www.bsr.org ) scrive, a proposito di Israele: "Aziende considerate 'leaders' si impegnano in genere a donare fra l’ 1 ed il 5 per cento dei loro profitti lordi ad associazioni di beneficenza”. L’immagine di Israele emerge da un recente rapporto di Maala, l’organizzazione israeliana partner della BSR, che ha fornito i dati delle più generose società e aziende israeliane”.

Oltre a questo, credo si debba considerare il supporto umanitario e la tutela dei diritti umani che Israele offre alla popolazione palestinese araba, e che viene sistematicamente ignorato dalla comunità internazionale e dai media. Dopo la guerra del Libano (provocata dagli arabi), Israele ha stanziato 92 milioni di dollari per ricostruire le case dei cittadini israeliani e aiutarli a riprendere una vita normale. Di questi, il 10%, cioè 9 milioni, sono stati destinati agli arabi. E’ giusto far presente che questa guerra è stata la prima in cui gli israeliani arabi hanno combattuto contro lo Stato di Israele.
In un’intervista riportata sulla Jewish World Review del 12 ottobre 2006 Howard Rieger, presidente e CEO dell’organizzazione responsabile della distribuzione dei fondi, ha dichiarato che: “alla sua organizzazione fu chiesto fin dall’inizio se voleva trattare gli israeliani ebrei ed arabi in modo differente e che ‘la nostra risposta fu no’. ‘Ne siamo orgogliosi’, ha dichiarato”. (Jewish World Review Oct. 12, 2006 / 20 Tishrei, 5767).

Divago un po’, visto l’ok del gestore. Questo atteggiamento degli ebrei (in stridente contrasto con la propaganda antisemita – l’ebreo taccagno, l’ebreo egoista, l’ebreo della cupidigia e del ladrocinio nazionalista) si riflette nella politica dello Stato ebraico, una delle società democratiche più aperte del mondo. Il 20% della sua popolazione è costituito da non ebrei, cittadini a pieno titolo con diritto di voto (uno dei pochissimi luoghi in Medio Oriente in cui le donne arabe possono votare); garantisce agli arabi (che mantengono dichiaratamente lo stato permanente di guerra contro Israele) 8 seggi nella Knesset (parlamento); prevede l’arabo come seconda lingua ufficiale del paese e ha garantito la nascita di centinaia di scuole arabe (nel 1948 ne esisteva soltanto una). Nel 2002, la Corte Suprema di Israele ha varato una legge per cui il governo non può assegnare la terra sulla base dell’appartenenza etnica o della religione, e non può impedire ai cittadini arabi di vivere dove desiderano (nei governi arabi la vendita della terra ad un ebreo è tassativamente proibita e perseguita penalmente). La sola distinzione legale fra ebrei e arabi in Israele e che questi ultimi non hanno l’obbligo di servire nell’esercito, per evitare loro la spiacevole eventualità di dover combattere contro i propri fratelli. Quando nel 1967 Israele riconquistò la West Bank (Giudea e Samaria) e la striscia di Gaza, prese diverse misure per migliorare la vita degli arabi che avevano vissuto sotto il dominio giordano (innovazioni agricole, apertura di nuove università e miglioramento della sanità). Oltre 100.000 arabi palestinesi trovarono lavoro in Israele con lo stesso salario dei lavoratori ebrei.

Più recente l’aiuto incondizionato ai Palestinesi. Cito: “Gli ospedali israeliani estendono aiuti umanitari ai Palestinesi della Striscia di Gaza e della West Bank. Questi sforzi sono continuati quando ogni altra cooperazione fra i palestinesi e gli israeliani si era bloccata durante la più recente Intifada” Ostetrica e ginecologa palestinese, Dr. Izzeldin Abuelaish35.

Non dimentichiamo che Israele ha fornito (e di fatto ancora fornisce) a Gaza oltre il 30% della sua energia elettrica GRATIS, nonostante gli arabi l’abbiano resa una roccaforte del terrorismo contro Israele lanciando, ininterrottamente da oltre due anni, razzi kassam contro città israeliane. Nessuno stato al mondo ha mai fatto cose simili verso i propri nemici dichiarati.
La lista potrebbe continuare, questi sono solo alcuni esempi di come gli ebrei abbiano dimostrato di saper ‘dare’ ai non ebrei. Si potrebbe allargare molto il discorso parlando della politica estera israeliana, della cessione incondizionata di territori ai nemici, delle continue offerte di pace… ma il discorso si fa troppo lungo.
Concludo con un ultimo esempio di ‘incidentale’ contributo ebraico al bene comune (ebrei e gentili) riportando alcuni nomi e scoperte, invenzioni e conquiste di cui ha beneficiato il mondo intero: Kafka, Gershwin, Einstein, Freud (padre della psicoanalisi), Marx, Darwin, Proust, Paul Simon, Arthur Miller, Chagall, Landau (teoria quantistica), Paul Ehrlich (padre della chemioterapia), Al Gross (inventore del walkie-talkie e della comunicazione senza fili), Steven Spielberg, Arno Penzias (scopre la radiazione cosmica di fondo), E. Segre (scopre l’antiprotone), Karl Landsteiner (scopre i gruppi sanguigni), Boris Chain (scopre la penicillina), Loewi (impulsi nervosi), Sidney Altman (scopre l’RNA) e molti, molti altri, per un totale di 178 premi nobel ad oggi. Anomalo, per un popolo ‘chiuso ed egoista’.

Percentuale di Ebrei che hanno vinto il premio nobel (gli ebrei costituiscono solo lo 0,2% della popolazione mondiale):
Chimica: 28% del totale – 29 nobel
Economia: 39% del totale – 22 nobel
Letteratura: 13% del totale – 13 nobel
Medicina: 28% del totale – 53 nobel
Pace: 10% del totale – 9 nobel
Fisica: 26% del totale – 47 nobel

Un’ultima precisazione: il fatto che gli Ebrei non abbiano (ancora) accettato Gesù come Messia non significa affatto che abbiano ‘perso la protezione di Dio’ (come qualcuno afferma).


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