Cosa dire delle Donne-Pastore?

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CristianoRiformato
00mercoledì 23 dicembre 2009 15:06
I ministeri femminili sono biblici?


Cosa dire delle Donne-Pastore?

Un tema molto discusso tra le chiese è oggi quello sul valore di legittimità o illegittimità del ministero femminile. Esistono principalmente due prospettive.


Secondo la prima, più tradizionale, le donne non hanno diritto ad alcun ministero nella chiesa; sono chiamate soltanto ad essere sottomesse alle autorità (maschili) stabilite da Dio sopra di loro.

Secondo la seconda prospettiva, più recente, le donne hanno esattamente lo stesso peso spirituale degli uomini. Tra i due sessi non deve esistere alcuna differenza, e quindi ci possono benissimo essere non solo apostoli, profeti, dottori, pastori ed evangelisti, ma anche apostolesse, profetesse, dottoresse, pastore ed evangeliste. La donna, purchè equipaggiata spiritualmente, potrebbe rivestire tutti i cinque ministeri di Ef 4,11.

Personalmente non sono partito con alcun pregiudizio in questa questione, ed ho scelto di ricercare nella Parola di Dio la verità, indipendentemente dal rischio di passare per bigotto da un lato, o liberale e modernista dall'altro.

Dalla esegesi approfondita (che non sto a elencarvi per ragione di spazio) di brani come 1Pt 3,1-5; Ef 5,22-24; Tt 2,5; 1Tim 2,11-15; 1Cor 14,33-35 (1) ho scoperto che è evidente che secondo il modello divino, la donna è chiamata ad essere governata dall'uomo e non a governarlo. Quindi sembrerebbe essere corretta la prima posizione sopra evidenziata. Fare dire ai versetti soprastanti che la donna non deve essere governata, ma deve governare, non è esegesi ma affermazione di preconcetti. Chiunque analizzi serenamente i brani sopra citati sono certo che converrà con me. Tuttavia ogni regola ha sempre un'eccezione che la conferma, come vedremo dopo.

"La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna d'insegnare, né di usare autorità sull'uomo, ma stia in silenzio. Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva; e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione" (1Tim 2,11-14)

La causa di questa linea di autorità esistente tra i due sessi, non va ricercata nella mentalità dell'epoca, in tradizioni culturali, in modelli temporanei. Trae la sua origine nella rivelazione sull'origine del genere umano, dalla trasgressione del primo uomo e della prima donna. La donna può essere influenzata dal diavolo con più facilità: non è un caso se Satana che è molto astuto, non tentò neppure di ingannare Adamo direttamente, ma ingannò prima la donna, che era un bersaglio più facile per lui. Anche oggi una chiesa guidata da una donna può essere ingannata da Satana molto più facilmente rispetto ad una chiesa guidata da un uomo (almeno in linea generale, poi ci sono sempre le eccezioni che confermano la regola).

Tuttavia la questione non finisce qui.

E' noto che ci sono state in passato donne usate potentemente da Dio con guarigioni, liberazioni e conversioni (Si pensi solo a Kathryn Kullmann, Aimee McPherson e Joyce Meyer) e che ce ne sono molte altre anche oggi in Italia ed in tutto il mondo (2). Come mai Dio dona loro un'Unzione così forte, andando apparentemente in contrasto con la sua Parola scritta?

E' vero che nella Scrittura non sono previste donne a governare le chiese, ma sono previste le diaconesse, a servire le chiese!

"Allo stesso modo i diaconi (uomini) devono essere dignitosi, non doppi nel parlare, non propensi a troppo vino, non avidi di illeciti guadagni; uomini che custodiscano il mistero della fede in una coscienza pura. Anche questi siano prima provati; poi svolgano il loro servizio se sono irreprensibili. Allo stesso modo siano le donne (diaconesse) dignitose, non maldicenti, sobrie, fedeli in ogni cosa" (1Tim 3,8-11)

"Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencre, perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le prestiate assistenza in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me" (Rom 16,1-2)

E' tanto radicato il pregiudizio contro la donna, che in chiese apostate come la cattolica e l'ortodossa, sono condannati non solo le donne pastore (cosa giusta) ma sono anche condannate persino le donne diacono (cosa totalmente antibiblica!). Se Paolo riconosceva nella sorella Febe una diaconessa ed una donna di Dio, siamo chiamati a fare altrettanto anche noi. Se Febe fosse ancora viva, per i cattolici e gli ortodossi ella non sarebbe un diacono valido davanti a Dio, il che equivale a condannare apertamente l'insegnamento di Paolo e di Dio stesso!

Ma quale è il ruolo dei diaconi nelle chiese? In genere si tratta di servizi umili (cfr. At 6,2) ma non sempre: vediamo nella Scrittura esempi di semplici diaconi, ma usati da Dio in modo tremendamente violento contro la potenza di Satana!

"Elessero (diaconi) Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, proselito di Antiochia. Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani" (At 6,5-6)

"Stefano (diacono), pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Ma alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini, di quelli di Cilicia e d'Asia, si misero a discutere con Stefano; e non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava" (At 6,8-10)

"Filippo (diacono), disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. E le folle unanimi prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, ascoltandolo e osservando i miracoli che faceva. Infatti gli spiriti immondi uscivano da molti indemoniati, mandando alte grida; e molti paralitici e zoppi erano guariti. E vi fu grande gioia in quella città" (At 8,5-8)

Se Paolo riconosce alle donne il diritto di essere diacono, e se il servizio del diacono e anche di essere usato potentemente, significa che anche una donna può essere usata potentemente da Dio, proprio come avvenne a Stefano e Filippo!

Agli occhi di Dio pertanto non esistono donne-pastore, ma solo diaconesse. Alcune di loro possono avere dei doni spirituali molto potenti: ecco chi erano in realtà Aimee, Kathryn e Joyce! (3)

Va osservato che i diaconi e le diaconesse devono essere istituti da autorità maschili (cfr. At 6,6; 1Tim 3,10-13) come gli apostoli o i pastori di una chiesa locale, non devono arrivare a quella posizione con la prevaricazione!

Alcuni sbagliano negando persino l'eccezione che una donna possa governare (posizione tradizionalista) ed altri sbagliano facendo di questa rara eccezione una regola sempre valida! (posizione femminista). E' interessante notare che le donne hanno cominciato a diventare pastore in grande numero proprio verso metà XX secolo quando stava sorgendo il femminismo! E' una coincidenza?

In una città del Piemonte che conosco bene, Dio ha suscitato una donna a guidare una chiesa, sotto la copertura di un apostolo uomo. E' vero che biblicamente non è proprio corretto al 100%, ma visto che sinora nessuno ha avuto il coraggio di aprire una chiesa carismatica in questa città di forte matrice cattolica, qualcuno doveva pur farlo:

E' meglio una chiesa guidata da una pastora (che in realtà pastora non è ma può solo essere una diaconessa, anche se è molto unta e consacrata), o nessuna chiesa ed una città senza testimonianza evangelica in cui tutti gli abitanti se vanno nello stagno di fuoco e di zolfo?

Le regole divine hanno il fine di salvare le anime (cfr. 1Pt 1,9) o di mandarle in perdizione?


Conclusione:

a) I ministeri di governo nella chiesa sono riservati agli uomini.


b) Quando una donna, agli occhi degli uomini, riveste uno dei ruoli di Ef 4,11 agli occhi di Dio è solo una diaconessa, anche se è molto unta e consacrata. Dovrebbe avere sempre sopra di sè un autorità apostolica maschile come riferimento per consigli e copertura spirituale.


c) In alcuni casi eccezionali è possibile che una donna riceva da Dio uno dei cinque ministeri di governo della chiesa di Ef 4,11, anche se è quasi sempre quello di evangelista e profetessa in cui l'autorità sugli uomini è meno esercitata, ma si tratta di casi rari che non devono mai diventare la norma. Sono quasi sempre casi in cui nessun uomo nella chiesa locale ha la volontà o la capacità di condurre la comunità. I ministeri femminili sono eccezioni che confermano la regola, non possono diventare la regola, come non devono nemmen essere rimosse queste eccezioni.

Note

(1) Il brano di 1Cor 14,34-35 è quasi sempre profondamente malcompreso.  "Le donne tacciano nelle assemblee, perché non è loro permesso di parlare; stiano sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualcosa, interroghino i loro mariti a casa; perché è vergognoso per una donna parlare in assemblea" Non significa che alle donne è proibito parlare in chiesa, altrimenti come potrebbero pregare e profetizzare in pubblico come è scritto in 1Cor 11,5 ed At 21,9? Ciò che Paolo condanna è il chiaccherare molesto, quel parlottio di sottofondo (disturbando il conduttore che predica!) che spesso fanno le donne tra di loro, in quelle riunioni ed anche nelle nostre. Paolo applica questo in modo esplicito alle donne, perché lo fanno molto più spesso degli uomini.

(2) Alcuni critici contestano tutt'oggi la legittimità del ministero di queste donne. Ebbene sono gli stessi critici che contestano Reinhard Bonnke, Carlos Annacondia, Benny Hinn, insomma chiunque riesca ad avere un grosso impatto con il suo ministero ed a sollevarsi dalla mediocrità. Addurre peccati di costoro è irrilevante, in quanto cadute circostanziali non interferiscono di niente sulla chiamata che viene da Dio e sull'essere secondo il suo cuore, si pensi al caso del re Davide! (cfr. 1Sam 16,13; 2Sam 11,27; At 13,22). Il ruolo delle donne in paesi di Risveglio come Brasile e Corea è determinante. Lasciamo che chi vuole maledire l'opera di Dio la maledica, e lo faccia pure con violenza ed odio. Tanto tutto il male che augura, gli ricadrà sul capo (Sal 109,1-18; 2Sam 16,10; 1Re 2,44-46; Sal 7,16).

(3) Esistono inoltre anche dei casi (rari) in cui Dio dà degli autentici doni di governo a delle donne, si pensi al caso di Debora. E' vero che ella è un caso unico in mezzo ad una molteplicità di giudici uomini, ma si tratta comunque di una donna con un ruolo di governo che è presente nella Bibbia. Se Dio vietasse in modo assoluto il governo della donna, nel 100% delle circostanze, la profetessa e giudice Debora non sarebbe mai esistita, o sarebbe una falsa profetessa. Insomma è l'eccezione che conferma la regola. Gesù in Ap 2,20 non condanna la falsa professa per il suo essere donna, ma per le false dottrine che ella insegnava! Quindi era possibile, anche se raro che nella chiesa primitiva esistessero delle profetesse. Tertulliano parla infatti di donne con dei potenti doni di rivelazione, e nell'antichità erano note come profetesse potentemente usate da Dio le due collaboratrici del riformatore Montano nel risveglio carismatico del II e III secolo.

@New
00giovedì 24 dicembre 2009 13:45
La donna, dopo il peccato originale, avendo avuto una parte decisiva nella caduta, ne ha subito, rispetto all'uomo, le conseguenze più gravi, com'è detto in Genesi 3:16.
Col sacrificio compiuto dal Signore sulla croce, la sua posizione è però cambiata nel Nuovo Testamento, che ce ne presenta l'innalzamento del ruolo spirituale dalla condizione transitoria di 1Corinzi 14:34-35 e 1Timoteo 2:11-12, a quella definitiva di Galati 3:28, dove è scritto:

Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. - Galati 3:28

I ministeri della Chiesa possono quindi essere assunti anche dalle donne.
Il profeta Gioele aveva, infatti, predetto la discesa dello Spirito Santo su ogni carne, maschile e femminile (Gioele 2:28-29).
Ma già nell'Antico Testamento vi erano state donne con ministeri importanti, come Maria sorella di Mosè, Culda e Debora che erano Profetesse. Debora era addirittura anche Giudice, amministrava la giustizia, aveva l'autorità di governo e condusse l'esercito d'Israele alla vittoria. Nel Salmo 68:11 (Riveduta - Nuova Riveduta - Diodati vecchia) si parla di donne annunciatrici della Parola di Dio.
I Vangeli ci dicono che le donne furono le prime ad esercitare il mandato evangelistico (Matteo 28:7,10).

Nel Nuovo Testamento troviamo femmine inserite nella chiesa con incarichi d'alta responsabilità come:
Priscilla, che col marito Aquila ha tenuto Apollo per istruirlo (Atti 18:26) e, in Romani 16:3, è pure nominata prima del coniuge per indicarne la maggior responsabilità nella guida della chiesa locale;
Giunia, che diversi commentatori ritengono femmina, era stata segnalata fra gli Apostoli (Romani 16:7); Febe, che era Diaconessa (Romani 16:1).
Stefana fece visita a Paolo con Fortunato ed Acaico (1Cor. 16:17) e l’Apostolo invitò i Corinzi a sottomettersi a lei e alla sua famiglia (1Cor. 16:15-16).

Abbiamo anche esempi di donne che avevano ricevuto dei doni dello Spirito Santo, come le quattro figlie di Filippo l'Evangelista che possedevano il dono di profezia (Atti 21:9). Vi sono poi altre donne che hanno lottato per il Vangelo, collaborando con Paolo (Filippesi 4-3).

Perciò la Bibbia non proibisce alle donne chiamate da Dio la guida di una chiesa; ricordiamoci poi che non siamo più nel regime della legge, ma in quello dello Spirito (Romani 7:6)! Di conseguenza, anche perché il lavoro da fare è tanto, ben vengano le sorelle Pastori!


CristianoRiformato
00giovedì 24 dicembre 2009 18:23
Il fratello New ha mostrato un ottimo esempio della seconda prospettiva da me elencata nel primo messaggio.
Sono parzialmente d'accordo con lui, ma la cosa a mio avviso è assai più complessa.
In ogni caso, non è un elemento determinante per la salvezza.

 
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