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Giunia

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2010 10:47
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13/04/2010 17:37

Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigione, i quali sono segnalati fra gli apostoli, e anche sono stati in Cristo prima di me. - Romani 16:7

Qui c'è un interessantissimo studio:

ta-biblia.blogspot.com/2009/09/giunia-la-prima-apostola.html

Copia e incolla di una parte dell'articolo:


Di recente, molti studiosi, fa i quali in particolare Epp, hanno ripreso in mano la questione e hanno chiarito senza ombra di dubbio che il nome era femminile, semplicemente perche' nell'antichita' non si trova nessun uomo che porti il nome Iounias.

Copia e incolla da quest'altro link:

sites.google.com/site/tempodiriforma/giunia

E' accertato come il nome "Giunia" sia stato pregiudizialmente inteso come nome maschile soltanto dall'anno 1298 circa dal Cattolicesimo al tempo di papa Bonifacio VIII

Ormai sembra proprio che oggi non ci siano più dubbi che Giunia fosse una donna e quindi una donna Apostolo!
Questa è un'altra conferma che i Ministeri Pastorali sono aperti anche alle donne. Infatti dopo la condizione transitoria di 1Corinzi 14:34-35 e 1Timoteo 2:11-12, siamo in quella definitiva di Galati 3:28, dove è scritto:

Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. - Galati 3:28

SHALOM


[Modificato da @New 13/04/2010 18:03]
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27/05/2010 17:48

Caro New, sono d'accordo con te.
Tuttavia questo non dimostra ancora la liceità del pastorato femminile.

La questione se il testo debba essere tradotto: "Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia, i quali si sono segnalati fra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me" (Riveduta), oppure: "Salutate Andronìco e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli insigni che erano in Cristo già prima di me" (CEI) non può essere risolta dal testo greco che traslitterato dice: "oitines eisin episemenoi en tois apostolois" (lett. "essi sono rimarchevoli, eminenti, fra gli apostoli"). Le due traduzioni sono entrambi possibili. Sono essi "apostoli fra apostoli" o "apprezzati dagli apostoli"?). Paolo conosceva molto bene Andronico e Giunia. Erano suoi parenti ed erano stati in prigione con lui e li raccomandava. Perché avrebbe detto che gli apostoli li consideravano credenti eminenti (escludendosi come apostolo), perché non dire: "eminenti fra noi apostoli"? Di fatto è molto più probabile che avesse inteso Andronico e Giunia come "insigni apostoli", non nel senso che essi fossero stati testimoni della risurrezione di Cristo (vedi
Atti 1:21-26), ma come valenti messaggeri dell'Evangelo ("apostolo" e "messaggero" in greco sono la stessa parola). Questo sembra essere in senso lato l'attribuzione del titolo "apostolo" in altri brani del Nuovo Testamento, nel senso derivato di messaggeri dell'Evangelo, come Barnaba, Silvano, Timoteo, Epafrodito (Vedi 2 Corinzi 8:22-24 ; Filippesi 2:25).

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29/05/2010 09:48

Re:
CristianoRiformato, 27/05/2010 17.48:


Caro New, sono d'accordo con te.
Tuttavia questo non dimostra ancora la liceità del pastorato femminile.


Abbiamo anche l'esempio di Priscilla, che col marito Aquila ha tenuto Apollo per istruirlo (Atti 18:26) e, in Romani 16:3, è pure nominata prima del coniuge per indicarne la maggior responsabilità nella guida della chiesa locale (Romani 16:3 è nel discorso dell'opera in Cristo Gesù, cioè i vari Ministeri).

Ricordiamoci poi che Stefana fece visita a Paolo con Fortunato ed Acaico (1Cor. 16:17) e l’Apostolo invitò i Corinzi a sottomettersi a lei e alla sua famiglia (1Cor. 16:15-16).
E Stefana era donna: questo è il copia e incolla con lo scanner dal NUOVO DIZIONARIO BIBLICO di RENÉ PACHE a pagina 797:


Stefana , gr.: coronata. Corinzia convertita al cristianesimo. Quelli della sua casa furono i primi che Paolo guadagnò in Acaia. L'apostolo li battezzò ed essi si consacrarono al servizio dei santi. Stefana fece visita all'apostolo, lo assisté; si trovava con lei al momento della redazione di 1 Cor. (1 Cor. 1:16; 16:15,17).



[Modificato da @New 29/05/2010 09:53]
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08/06/2010 16:28

Mi sa che New ha ragione.
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09/06/2010 11:36

ordinazione femminile
Di Priscilla, Stefana e Febe non è detto esplicitamente dalla Parola che fossero delle pastoresse.

La Parola riconosce però loro dei ruoli, nel caso di Febe è specificato che fosse una diaconessa, quindi per estensione questo ruolo va applicato anche a Priscilla e Stefana.

Servono delle considerazioni:

1 - Il ruolo di diacono e diaconessa è molto più potente di quanto si pensi, ricordiamo i miracoli di Stefano e Filippo?

2 - Il pastore o vescovo deve governare bene la propria famiglia e dato che l'uomo secondo la Bibbia governa con amore la moglie, è implicito che il leader di una chiesa debba essere un uomo.

3 - Oggi ci sono molte situazioni irregolari alla luce di quanto sopra descritto in 2, ma il punto 1 sopperisce ad esse, accompagnato dalla Grazia di Dio.


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09/06/2010 22:03

in 1 Timoteo "governare" è applicato anche ai diaconi. Se erano donne? Non sembra più logico che quel "governare" fosse inteso in senso culturale e figurato, rispetto cioè alla funzione e non, letteralmente, al sesso?

[Modificato da CristianoRiformato 11/06/2010 12:59]
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11/06/2010 12:58

In 1Tim 3
nei versetti da 1 a 7 si parla dei pastori
nei versetti da 8 a 10 e da 12 a 13 si parla dei diaconi uomini
nel versetto 11 si parla delle diaconesse.

"I diaconi siano uomini di una sola donna, e governino bene i loro figli e le loro famiglie" (1Tim 3,12)

Caro amico, quando si affrontano questi temi è importante citare i versetti in modo preciso, con il riferimento.

Chi è seriamente interessato ad aderire alla volontà di Dio rivelata, non ragiona mai secondo questa linea di pensiero: 
"perchè non dovrebbe essere xyz anche se è l'esatto opposto del significato palese della Bibbia?".

Chi ha fiducia nella Parola di Dio, la segue così come essa è, facendo il massimo sforzo non per capire cosa piace alla sua mente, ma cosa intendeva l'autore ispirato nell'usare queste parole.

Bisogna ammettere che la giustificazione del pastorato femminile non nasce tanto dall'esegesi rigorosa della Scrittura, quanto piuttosto dalla constatazione oggettiva che ci sono oggi delle donne di Dio unte potentemente e con molti doni spirituali (cosa su cui siamo d'accordo).

Dal brano sopra citato si evince che Dio chiede ai diaconi di essere fedeli alla propria moglie, e di governare le loro mogli ed i loro figli con saggezza.

La donna ha anch'essa il governo sui figli, ma non sul marito, altrimenti ci sarebbe in contraddizione palese con numerosi brani che dicono che le donne devono essere sottomesse cono serenità e gioia ai loro mariti: Col 3,18; 1Pt 3,5; Tt 2,5; Ef 5,22-24.
Per dirla in parole povere, se Paolo ci voleva fare intendere che le donne sono esattamente al pari dell'uomo nel governare la Chiesa, allora il suo ministero di insegnamento è stato un fallimento.
"Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa" (Ef 5,24)

E' importante anche ricordare che nonostante la donna non possa essere pastore, può essere diaconessa, ed il diaconato può essere anche molto unto e benedetto con miracoli potentissimi: pensiamo ad Aimee Semple McPherson o a Kathhryn Kuhlman.

Ciò che è necessario è che una donna non guidi da sola una chiesa, ma eserciti il suo ministero diaconale in sottomissione ad un responsabile apostolico uomo, cosa peralto necessaria anche per i diaconi uomini.

[Modificato da CristianoRiformato 11/06/2010 13:03]
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13/06/2010 13:19

Re:
CristianoRiformato, 11/06/2010 12.58:


"I diaconi siano uomini di una sola donna, e governino bene i loro figli e le loro famiglie" (1Tim 3,12)

Caro CristianoRiformato,
l'espressione è generica e quindi vale anche per le donne, infatti Febe (Romani 16:1) era diacono (diakonos = sostantivo maschile o femminile).


P.S. La sottomissione in famiglia è un altro discorso, io intendevo parlare qui della Chiesa dove non c'è né maschio né femmina, è ovvio che i sessi ci sono, ma per gli incarichi e i ministeri spirituali no, perché con Gesù sono spartite tutte le differenza sessuali, razziali e sociali:

Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. - Galati 3:28


SHALOM



[Modificato da @New 13/06/2010 13:31]
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28/07/2010 17:55

Caro New, quindi secondo te se una donna è Apostolo e capo di una chiesa locale, all'interno della comunità essa ha autorità su suo marito, mentre in casa e nella vita privata suo marito ha autorità su di lei?
Trovo profondamente contraddittorio questo concetto. Con tutto il rispetto per la tua posizione, trovo molto più solido e sostenibile dare alle donne un posto da diaconesse, quindi di responsabilità in chiesa, inclusa la possibilità di fare guarigioni, liberazioni da spiriti, prodigi sensazionali, ma senza estendere questo ai cinque ministeri.

[Modificato da CristianoRiformato 28/07/2010 18:13]
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30/07/2010 10:40

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