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Esame biblico del Concilo di Trento e delle "opere meritorie"

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2011 02:17
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04/12/2011 01:12

Tra l'insegnamento del Concilio di Trento e quello della Parola di Dio le differenze sono molto importanti...


La chiesa cattolica insegna che la remissione dei peccati si ottiene con la fede e le opere e che nessuno può essere sicuro di possederla.

Il concilio di Trento, il 13 gennaio 1547, decretò quanto segue:

‘Quantunque sia necessario credere che i peccati non vengano rimessi, né siano stati mai rimessi, se non gratuitamente dalla divina misericordia a cagione del Cristo: deve dirsi, tuttavia, che a nessuno che ostenti fiducia e certezza della remissione dei propri peccati e che si abbandoni in essa soltanto, vengono rimessi o sono stati rimessi i peccati... (Concilio di Trento, Sess. VI, cap. IX);

ed anche:

‘Chi afferma che per conseguire la remissione dei peccati è necessario che ogni uomo creda con certezza e senza alcuna esitazione della propria infermità e indisposizione, che i peccati gli sono rimessi: sia anatema(Concilio di Trento, Sess. VI, can. 13).

In altre parole per la chiesa cattolica la remissione dei peccati non è qualcosa che si può ottenere soltanto mediante la fede e che si può essere sicuri di possedere.

Le cose però stanno diversamente. La Parola del Signore dice in maniera inequivocabile:

"In Lui noi abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati, secondo le ricchezze della sua grazia" (Efes. 1:7);

ed anche:

"Figlioletti, io vi scrivo perché i vostri peccati vi sono rimessi per il suo nome" (1 Giov. 2:12); "la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose che appartengono alla vita e alla pietà mediante la conoscenza di Colui che ci ha chiamati mediante la propria gloria e virtù..." (2 Piet. 1:3).

Noi dunque, mediante la fede in Cristo Gesù, abbiamo il perdono dei nostri peccati, e possiamo esserne certi; abbiamo perciò la certezza che quando moriremo andremo ad abitare con il Signore Gesù nel cielo perché le nostre vesti sono state lavate con il suo prezioso sangue, e non per meriti nostri. Solo quando Roma toglierà questo anatema alla dottrina della salvezza biblica, sarà possibile un vero dialogo ecumenico.


Come si può cercare una unione religiosa con una organizzazione che considera come eretica la nostra Fede-Fiducia in Cristo Gesù che ci dà  la certezza della vita eterna? Dovremmo barattare il regno dei cieli per qualche applauso ed il consenso dei benpensanti? Non mi sembra una buona scelta.

Eccoci ora arrivati al "piatto forte" di questo menu biblico... vi chiedo la massima attenzione e concentrazione su quello che segue:

Se qualcuno afferma che gli uomini sono giustificati o per la sola imputazione della giustizia del Cristo, o con la sola remissione dei peccati, senza la grazia e la carità che è diffusa nei loro cuori mediante lo Spirito santo (Rom 5,5) e inerisce ad essi; o anche che la grazia, con cui siamo giustificati, è solo favore di Dio: sia anatema.(Concilio di Trento, Capitolo XVI, canoni sulla giustificazione 11)

Se qualcuno afferma che la fede giustificante non è altro che la fiducia nella divina misericordia, che rimette i peccati a motivo del Cristo, o che questa fiducia sola giustifica: sia anatema .(Concilio di Trento, Capitolo XVI, canoni sulla giustificazione 12)


Noi diciamo che la fede fu imputata ad Abrahamo come giustizia ... non per lui solo è scritto che questo gli fu imputato, ma anche per noi ai quali sarà imputato, a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione (Rom 4,9.23-25)

Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata ed anche aumentata dinanzi a Dio con le opere buone, ma che queste sono solo frutto e segno della giustificazione conseguita, e non anche causa del suo aumento: sia anatema (Concilio di Trento, Capitolo XVI, canoni sulla giustificazione 24)

Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori Noi infatti siamoopera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo (Ef 2,8-9)
Insomma per il concilio non è solo Gesù e la sua opera espiatoria sulla croce che ci ha assicurato la salvezza, ma anche la grazia e la carità che Dio mette nei nostri cuori (cfr. Rom 5,5) e che noi col nostro sforzo e impegno facciamo diventare virtù santificanti.
Attenzione: queste cose come l'amore nei cuori e le virtù sono cose buone e ci devono essere nel credente, ma sono solo la conseguenza della salvezza che Lui ci ha GIA' donato imputandoci la sua giustizia.
Per la Bibbia il peccatore che ha Fede è considerato giusto (=salvato) formalmente anche se non è ancora giusto materialmente.
Lo diventerà poi anche materialmente con la santificazione. 

E' salvato per fare buone opere.
Per il concilio di Trento invece il peccatore che ha Fede ed è battezzato ed ha in sé la grazia santificante, deve impegnarsi ad essere giusto materialmente con le sue buone opere che compie col sostegno della grazia divina e solo allora egli sarà  considerabile giusto (=salvato) formalmente e quindi degno del cielo. 

Fa buone opere per potersi salvare.

Alle opere viene attribuito valore realmente meritorio e salvifico.
Sia chiaro che le opere anche per Roma sono considerate fatte col sostegno della Grazia, non senza di essa come nel pelagianesimo. Ma questo non è ancora quanto dice la Bibbia, che non vede le opere come giustificanti neppure se fatte col sostegno della grazia. Semmai sono un segno che attesta la giustificazione e la salvezza di chi è già stato salvato.

Poiché, anche se Cristo signore, nell’ultima cena istituì e diede agli apostoli questo sacramento sotto le specie del pane e del vino,non è detto, però, che quella istituzione e quella consegna voglia significare che tutti i fedeli per istituzione del Signore siano obbligati a ricevere l’una e l’altra specie. (Concilio di Trento, Sessione XXI, capitolo I)

Poi prese il calice e rese grazie, e lo diede loro dicendo: Bevetene tutti (Mt 26,67)  

Insomma, questo purtroppo è proprio andare "oltre ciò che è scritto" l'esatto di quanto ci comanda Dio (cfr.1Cor 4,6; Pr 30,5-6).

Ma, volendo anche com’è giusto, imporre un limite in questo campo agli editori, i quali, ormai, senza alcun criterio - credendo che sia loro lecito tutto quello che loro piace — stampano, senza il permesso dei superiori ecclesiastici, i libri della sacra scrittura con note e commenti di chiunque indifferentemente, spesso tacendo il nome dell’editore, spesso nascondendolo con uno pseudonimo, e - cosa ancor più grave, - senza il nome dell’autore, e pongono in vendita altrove, temerariamente, questi libri stampati, il concilio prescrive e stabilisce che, d’ora in poi la sacra scrittura - specialmente questa antica volgata edizione, sia stampata nel modo più corretto, e che nessuno possa stampare o far stampare libri di soggetto sacro senza il nome dell’autore né venderli in futuro o anche tenerli presso di sé, se prima non sono stati esaminati ed approvati dall’ordinario, sotto minaccia di scomunica e della multa stabilita dal canone dell’ultimo concilio Lateranense (17). (Concilio di Trento, Sessione IV, secondo decreto).

Da quel momento molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano piùcon lui. Allora Gesùdisse ai dodici: Volete andarvene anche voi? (Gv 6,66-67) 

Al contrario di quanto ha fatto Trento, Gesù e gli apostoli non hanno mai obbligato nessuno con mezzi coercitivi e politici a seguire la loro Fede.

Invece secondo questo testo conciliare, nessuno puòscrivere e pubblicare nemmeno un testo di commento alla Bibbia che non sia approvato dal clero cattolico.

All'epoca queste cose che io scrivo sarebbero stato certamente multate e noi evangelici imprigionati o uccisi.

Non soffermatevi però su questo aspetto, che non è ancora quello essenziale che miro esporvi.



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04/12/2011 01:29


Chiedo a tutti di meditare i testi che seguono. Spero che tutti avranno la buona volontà di cercare di capire che cosa davvero non convince in questo concilio di Trento e perchè esso non potrà mai essere accettato da chi crede in modo completo e serio alla Parola di Dio.
Se qualcuno non è interessato, non legga neppure.

Paolo in Gal 1,18 comanda di maledire e considerare fuori dalla fede chi insegna un vangelo che non è quello apostolico.

Secondo le Scritture (molti altri vv). se qualcuno presenta un vangelo che "somiglia" a quello apostolico, ma ha delle differenze soteriologiche non si tratta mai di "un altra legittima interpretazione del vangelo", ma è sempre e solo un empio che torce le Scritture a sua perdizione.

Ricordiamo ad esempio la dottrina biblica, che ci insegna che la giustizia di Cristo non la riceviamo né la conserviamo con le buone opere, ma solo mediante la fede.

Le buone opere tutti gli evangelici (ed anche molti cattolici) credono che non aumentino affatto la giustizia di Dio in noi, ma che siano invece conseguenze della giustizia che Cristo ci ha donato. Insomma le buone opere sono il frutto della giustificazione e non certo causa del suo aumento.

Prendiamo in mano i canoni sulla giustificazione del conciliio di Trento:

CANONI SULLA GIUSTIFICAZIONE 24. Se qualcuno afferma che la giustizia ricevuta non viene conservata ed anche aumentata dinanzi a Dio con le opere buone, ma che queste sono solo frutto e segno della giustificazione conseguita, e non anche causa del suo aumento: sia anatema


Questa dottrina è l'esatto opposto. E' impossibile che Dio abbia ispirato gli apostoli a dire una cosa e poi abbia detto ai vescovi cattolici romani a Trento l'esatto opposto. La Bibbia dice proprio che le buone opere sono solo il frutto della giustificazione conseguita per fede, non certo che la conservano o la fanno aumentare. Il calore che emana da un fuoco, come può aumentare quel fuoco quando esso è una semplice conseguenza di quel fuoco?

Un altra cosa che insegna il NT è che la fede che ci giustifica non è altro che la fiducia nella misericordia di Dio che ci dona il perdono dei peccati a motivo dell'opera di Cristo. Questa fiducia da sola ci giustifica davanti a Dio. Poi prendiamo in mano il concilio e leggiamo testuali parole:

CANONI SULLA GIUSTIFICAZIONE 12. Se qualcuno afferma che la fede giustificante non è altro che la fiducia nella divina misericordia, che rimette i peccati a motivo del Cristo, o che questa fiducia sola giustifica: sia anatema


Questo canone non anatemizza il "protestantesimo",  anatemizza il vangelo della Grazia predicato dagli apostoli.
Vediamo ancora un altro esempio:

CANONI SULLA GIUSTIFICAZIONE  10. Se qualcuno dice che gli uomini sono giustificati senza la giustizia del Cristo mediante la quale egli ha meritato per noi, o che essi sono formalmente giusti proprio per essa: sia anatema.

La prima parte del canone è biblicamente corretta perché è vero che gli uomini sono giustificati per la giustizia che Cristo ha meritato per noi. Sulla prima parte cattolici ed evangelici possono essere in pieno accordo, perché non viene condannato alcun insegnamento di nessuna chiesa, ma il pelagianesimo che prevedeva la salvezza senza la grazia di Dio.

La seconda parte, a differenza della prima, purtroppo contraddice l'insegnamento apostolico secondo cui siamo giusti formalmente (anche se non ancora sostanzialmente) proprio per la giustizia che Cristo ci ha meritato.

Come vedi non sono "chiuso", considero sana dottrina laddove il concilio la insegna, ma non dove la sana dottrina è condannata.
Negare che il concilio contraddica purtroppo molto spesso le Scritture è torcere le Scritture a propria perdizione. La chiesa primitiva era infestata da falsi credenti che dicevano che la circoncisione era necessaria alla salvezza, ma costoro non erano che dei bugiardi che gli apostoli condannavano, anche se costoro affermavano (a torto) che non vi era nessuna contraddizione tra il loro messaggio di salvezza e quello del Signore Gesù.

Come si vede è chiaro che la Bibbia insegna che la salvezza è per sola fede, si tratta di una fede viva (e quindi operante) e non per fede ed opere meritorie insieme che aumenterebbero la grazia divina come ci insegnano nella ccr.

Alcuni possono pensare che il termine "opere meritorie" sia una categoria teologica ormai superata. Verifichiamolo sul catechismo del 1992. Leggiamo nel catechismo cattolico se è vero o no. 

CCC 2027 Nessuno può meritare la grazia prima, che sta all'origine della conversione. Sotto la mozione dello Spirito Santo, possiamo meritare per noi stessi e per gli altri tutte le grazie utili per giungere alla vita eterna, come pure i beni materiali necessari.

CCC 2010 Poiché nell'ordine della grazia l'iniziativa appartiene a Dio, nessuno può meritare la grazia prima, quella che sta all'origine della conversione, del perdono e della giustificazione. Sotto la mozione dello Spirito Santo e della carità, possiamo in seguito meritare per noi stessi e per gli altri le grazie utili per la nostra santificazione, per l'aumento della grazia e della carità, come pure per il conseguimento della vita eterna. Gli stessi beni temporali, quali la salute e l'amicizia, possono essere meritati seguendo la sapienza di Dio. Tutte queste grazie e questi beni sono oggetto della preghiera cristiana. Essa provvede al nostro bisogno della grazia per le azioni meritorie.

Ora confronteremo questo insegnamento con le Scritture.

Salmi 49,7 nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto.

Tito 3,5 egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo

Tito 2,14 Egli ha dato sé stesso per noi per riscattarci da ogni iniquità e purificarsi un popolo che gli appartenga, zelante nelle opere buone.

2Timoteo 1,9 Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità,

Efesini 2,8 Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. 9 Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; 10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.

Romani 9,16 Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia.

2Pietro 1,3 La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù.

Alla luce di questi versetti chiarissimi, i paragrafi sopra citati del ccc, dovrebbero essere così riformulati:

cfr. CCC 2027 Nessuno può meritare la grazia prima, che sta all'origine della conversione. Sotto la mozione dello Spirito Santo, possiamo accogliere in dono per noi stessi ed invitare gli altri ad accogliere tutte le grazie utili per giungere alla vita eterna che sono in Cristo che riceviamo quando nasciamo di nuovo, come pure i beni materiali necessari.

cfr. CCC 2010 Poiché nell'ordine della grazia l'iniziativa appartiene a Dio, nessuno può meritare la grazia prima, quella che sta all'origine della conversione, del perdono e della giustificazione. Sotto la mozione dello Spirito Santo e della carità , abbiamo pertanto ricevuto in dono per noi stessi e possiamo invitare gli altri a ricevere le grazie utili per la nostra santificazione, per l'aumento della grazia e della carità, come pure il conseguimento della vita eterna, quando siamo nati di nuovo. Gli stessi beni temporali, quali la salute e l'amicizia, possono essere ricevuti in dono segueno la sapienza di Dio. Tutte queste grazie e questi beni sono oggetto della preghiera cristiana. Essa provvede al nostro bisogno di grazia per fare le azioni che Dio ha preparato affinché le facessimo.




Un breve schema ora per concludere. 

Secondo la Parola di Dio,
la Fede (viva e vera) ci fa appropriare già oggi della salvezza
che produrrà le opere (che derivano da una fede viva)

Secondo il cattolicesimo romano
la Fede (assenso mentale alle dottrine del Vaticano) unita alle opere (fatte col supporto della Grazia) 
ci farà appropriare della salvezza dopo la nostra morte.Detta in altre parole:


Il Vaticano insegna:
Fede + Opere = Salvezza

La Parola di Dio insegna:
Fede = Salvezza + Opere



 

Da questo si capisce che per la ccr se una persona smette di operare bene, perde la sua giustificazione. Se uno fa un peccato mortale e muore prima di confessarsi o di avere fatto un atto di dolore, va subito all'inferno. Questo perché la giustificazione davanti a Dio si basa sulla propria giustizia sostanziale e sul proprio impegno supportato dalla grazia nell'evitare il peccato mortale: 

CCC 1861 Il peccato mortale è una possibilità radicale della libertà umana, come lo stesso amore. Ha come conseguenza la perdita della carità e la privazione della grazia santificante, cioè dello stato di grazia. Se non è riscattato dal pentimento e dal perdono di Dio, provoca l'esclusione dal regno di Cristo e la morte eterna dell'inferno

Al contrario se un evangelico fa un peccato anche grave, non perde affatto la sua salvezza, poiché anche se egli rimane un peccatore sostanzialmente, gli è formalmente imputata la giustizia di Cristo, esterna a lui. La sua salvezza si basa sulla giustiza perfetta di Cristo.
Per questo i credenti evangelici sono così sicuri della loro salvezza, poiché essa è determinata da ciò che Dio ha fatto per noi, non da ciò che noi, anche se col supporto dello Spirito Santo, possiamo fare per Lui.

Questa dottrina può sembrare che dia campo libero al credente di peccare quanto vuole, poichè tanto è "salvato per fede". Va da sè che se una persona è stata davvero rigenerata, non approfiterà della Grazia per fare il male come facevano certi falsi credenti di un tempo: 

Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio" (Gd 1,4) 

ma farà  il bene e non il male: 

Mase per la mia menzogna la verità di Dio sovrabbonda a sua gloria, perché sono ancora giudicato come peccatore? Perché non «facciamo il male affinché ne venga il bene», come da taluni siamo calunniosamente accusati di dire? La condanna di costoro è giusta (Rom 3,7-8).

Questo attacco alla salvezza per sola fede è molto antico, e lo troviamo in altri passi del NT:

Romani 6,1 Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi? 2 No di certo! Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? 3 O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? 15 Che faremo dunque? Peccheremo forse perché non siamo sotto la legge ma sotto la grazia? No di certo!

Il fatto che oggi alla dottrina evangelica della giustificazione siano mosse le STESSE false accuse che venevano mosse a Paolo (poiché gli empi la travisavano allora come la travisano oggi), e che queste accuse non vengano MAI mosse alla dottrina cattolica della giustificazione, ci conferma già  quale delle due dottrine è quella apostolica.


[Modificato da Nayax79 04/12/2011 01:41]
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04/12/2011 02:15


Un'ultima riflessione sul tema... cari amici, penso che siamo tutti d'accordo qui (intendo gli Evangelici almeno) che ogni uomo viene giustificato davanti a Dio per il fatto che crede fermamente nel sacrificio di Cristo come riscatto per la sua anima, giusto? 

C'è anche chi ha una falsa fede ed una falsa certezza questo lo sappiamo, ma questo è un altro discorso... sia la falsa fede che la falsa certezza non sono mai profonde, ma sempre superficiali, passeggere ed emotive.

Siamo anche tutti d'accordo nel credere che chi è realmente giustificato davanti a Dio, sa di esserlo e che chi dubita (non in un occasione di debolezza o sotto una pressione a causa di attacchi del diavolo, smarrimenti momentanei, ecc...) della sua salvezza e non ha mai questa certezza e questa pace con Dio nel cuore non è davvero giustificato, insomma non è nemmeno un cristiano. Non è ancora "pecora", ma è rimasto "capra".

Siamo anche tutti d'accordo che la giustificazione la riceviamo soltanto per fede, senza opere come dice appunto Paolo in Rom 4,4-5 e non tramite altri mezzi.

Alla luce di quanto crediamo e sappiamo essere vero, rileggiamoci un altro dei canoni del Concilio di Trento:

Se qualcuno afferma che l’uomo è assolto dai peccati e giustificato per il fatto che egli crede con certezza di essere assolto e giustificato, o che nessuno è realmente giustificato, se non colui che crede di essere giustificato, e che l’assoluzione e la giustificazione venga operata per questa sola fede:sia maledetto (Concilio di Trento, Capitolo XVI, canoni sulla giustificazione 14)

E confrontiamo questo insegnamento con la Parola di Dio...

Queste cose sono state scritte affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome (Gv 20,31)

Ora dunque non vi è più nessuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù (Rom 8,1)

Guardate veramente come stanno le cose. Se qualcuno è convinto in se stesso di appartenere a Cristo, tenga presente che anch'io sono di Cristo, come lui (2Cor 10,7)

Lo Spirito (Santo) stesso attesta insieme con il nostro spirito che siamo figli di Dio (Rom 8,16)

Non penso proprio che si possa dire che Trento benedice le dottrine bibliche e le considera divine...

[Modificato da Nayax79 04/12/2011 02:17]
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